Tips and Tricks

di Patrizia Benelli

Origine,  evoluzione e opportunità dell’IVA ad esigibilità differita, ovvero dell’IVA per cassa, ma non solo…

L’IVA per cassa, detta anche “cash accounting”, viene introdotta dalla direttiva europea 2010/45/UE che modifica la direttiva 2006/112/UE, la direttiva principale sull’IVA.

L’obiettivo è quello di aiutare le piccole e medie imprese che hanno difficoltà a pagare l’IVA prima di aver ricevuto i pagamenti dai loro clienti, concedendo agli stati membri la possibilità di introdurre un regime facoltativo di contabilità di cassa, che consenta di calcolare l’IVA da versare non in base alle fatture emesse/ricevute del periodo, ma in base all’incasso/pagamento delle stesse.

L’Italia ha recepito questa direttiva con il Decreto attuativo dell’art. 32-bis del D.L. n. 83/2012 (Decreto Sviluppo) e, a decorrere dal 1 dicembre 2012, le aziende aventi fatturato non superiore a 2 milioni di € possono aderire a questo regime, applicandolo sia alle operazioni attive che alle passive. 

Il concetto di IVA ad esigibilità differita fu introdotto, in Italia, nel lontano 1998, ad esempio per l’emissione di fatture nei confronti degli enti pubblici (art. 6 DPR 633/1972 modificato dal DL 313/1997). Poi dal 2009, in attuazione del decreto Anticrisi (art. 7 del DL 185/2008), le imprese che non superavano il fatturato annuale di 200.000 € potevano emettere fatture ad esigibilità differita, rimandando il versamento dell’IVA all’incasso, e chi riceveva fatture di questo tipo non detraeva l’IVA fino a quando non aveva pagato la fattura. Ora il nuovo regime IVA per cassa, con l’ampliamento del limite di fatturato a 2 milioni di €, cambia faccia e diventa appetibile per numerose piccole imprese.

E’ evidente che quest’opportunità concessa dall’Unione Europea è molto interessante e verosimilmente altri stati membri adotteranno provvedimenti simili a quelli italiani, in considerazione anche della congiuntura economica internazionale poco favorevole che influisce prima di tutto sull’andamento delle piccole e medie imprese.

Ma forse non tutti sanno… cosa comporta la gestione dell’IVA ad esigibilità differita.

La fattura viene emessa e riportata nel registro IVA come inesigibile. La liquidazione dell’IVA,  pur considerando nel totale IVA vendite anche questo tipo di fatture,  calcola il totale IVA a debito al netto dell’IVA inesigibile del periodo. Quando la fattura viene incassata, sia parzialmente che totalmente, l’IVA diventa esigibile, in proporzione o totalmente. Di conseguenza la liquidazione dell’IVA per calcolare il totale IVA a debito somma l’IVA esigibile del periodo. Lo stesso sistema si applica al calcolo del totale IVA a credito per le fatture ricevute non esigibili, o meglio non detraibili. Ne deriva che, adottando questo sistema, l’IVA da versare non è più solo l’IVA fatturata nel periodo al netto dell’IVA detratta, ma si devono sempre considerare nel calcolo anche l’IVA inesigibile e l’IVA esigibile.

Tutto ciò sembra complesso, ma con Mago.net  diventa semplice e automatizzato. 

Mago.net  registra i documenti IVA ad esigibilità differita attraverso appositi modelli contabili in sospensione. L’esigibilità di tali documenti si genera automaticamente con l’aggiornamento delle partite (saldaconto, effetti, mandati, ecc). Il riepilogo generale registri IVA specifica l’IVA inesigibile ed esigibile, sia vendite che acquisti. Ed infine apposite liste permettono di stampare l’elenco dei documenti esigibili e non esigibili del periodo IVA per la verifica degli importi presenti nella liquidazione IVA.

Per approfondire questo argomento puoi rivolgerti al tuo rivenditore di riferimento o consultare il Microarea Help & Information Center.